PICCOLO TEATRO COMUNALE
Nacque nel Settecento come cavallerizza, come luogo per il movimento nei mesi invernali dei cavalli della famiglia Luzzago, che occupava il palazzo principale, di due secoli circa più antico. Poi, con il passaggio della proprietà al Comune di Manerbio, la cavallerizza (unico esempio nel Bresciano di maneggio annesso al palazzo privato signorile) divenne teatro sociale e per questo venne aggiunta una galleria interna.
Quindi si trasformò in deposito per il sale, poi negli anni più recenti divenne prima cinema, poi "il teatro civico".
Nella primavera di qualche anno fa venne chiuso, perché ormai inadeguato alle normative di sicurezza; più tardi, rifrasformato ripartì con il nome di "Piccolo Teatro".
Autore della rinascita fu lo studio Sguazzi, lo stesso che a suo tempo realizzò la nuova Piazza Italia, ed al quale l’Amministrazione pubblica affidò la stesura del progetto per adeguare l’edificio alle nuove normative in materia di sicurezza.
Da questo obiettivo iniziale, il progetto si è poi ampliato fino a diventare il mezzo per recuperare e valorizzare adeguatamente lo spazio. Anche i lavori hanno seguito queste diverse fasi. In origine l’intervento si è concentrato sulla creazione di un ingresso consono, realizzato grazie alla creazione di una struttura ottagonale posta come trait d’union fra il teatro ed una piccola costruzione già esistente.
Con la creazione di questo nuovo ingresso, le porte disposte lungo il muro laterale affacciato sul cortile e che fino a pochi anni fa fungevano da entrata ed uscita dal teatro sono diventate le uscite di sicurezza.
Anche l’interno è stato rivisto secondo i nuovi parametri di sicurezza. La disposizione delle poltroncine è stata studiata per permettere una "via di fuga", i gradoni sono stati sostituiti da un piano inclinato, anche per ottimizzare la visione del palcoscenico, ed il numero di posti a sedere (che complessivamente sono ora 124 più due spazi riservati ai portatori di handicap) sono stati ridotti proprio sulla base del principio di sicurezza.
Ampliato anche il palcoscenico che si protende verso la sala così da permettere all’ambiente di essere utilizzato anche come sala per conferenze. L’intervento architettonico in sé non ha voluto trascurare il lato estetico.
Il blu delle poltroncine e del sipario del teatro ha sostituito il rosso delle sedie in plastica originarie, mentre il pavimento ora è rivestito di moquette dai colori chiari. Al piano superiore dell’edificio sono stati quindi realizzati oltre ai bagni anche i camerini per gli attori, requisiti indispensabili per un vero teatro. Dalla fase di messa a norma si è passati al secondo momento dei lavori: quella cioè di creare una struttura polifunzionale. Ed è per questo che l’edificio è stato dotato di un videoproiettore, di un impianto audio e contestualmente, la struttura collegata al teatro mediante la bussola, è stata inserita nel progetto per divenire foyer e guardaroba.
A sua volta anche la zona esterna è stata ristudiata per preparare adeguatamente al teatro.
L’asse perimetrale del cortile si distingue dalla pavimentazione che riveste tutta l’ampiezza dello spazio all’aperto.
Questo si presenta in acciottolato (la formula ritenuta migliore per un cortile), diviso a sua volta da una striscia trasversale che congiunge idealmente da una parte la cancellata che conduce nel giardino del Palazzo Comunale e dall’altra a quella che un tempo era la foresteria di Palazzo Luzzago e che oggi invece ospita a pianterreno la biblioteca ed al piano superiore il museo civico.
Una striscia trasversale che architettonicamente crea un legame ottico fra i pilastri di ingresso al giardino del municipio ed il timpano che sovrasta l’antica foresteria e che dà valore architettonico ed artistico all’intero complesso adiacente a Palazzo Luzzago.