L'ETÀ DEL BRONZO NEL TERRITORIO DI MANERBIO

Nelle regioni padane e alpine, nell' antica età del Bronzo (AEB, 2200-1600 a.C.) si diffuse una cultura nuova, detta di Polada, dal nome del bacino nell'anfiteatro morenico del Garda, dove nell'Ottocento avvennero i primi ritrovamenti.

Le prime testimonianze della frequentazione della bassa pianura bresciana risalgono alla fase più recente dell'AEB (1800-1600 a.C.), periodo per il quale i dati archeologici rivelano un'opera di colonizzazione lungo le principali direttrici fluviali, tra cui il corso dell'Oglio, del Mella e del Chiese. Risalgono a quest'epoca i ritrovamenti di Porzano di Leno, di Castelgoffredo e di Milzanello, dove nel 1990 il GSA di Manerbio ha individuato i resti di un insediamento fondato su un terrazzo fluviale del Mella, il cui corso aveva all'epoca un andamento diverso dall'attuale. Caratteristica della ceramica era la decorazione tipo Barche di Solferino, formata da motivi cruciformi, linee ondulate o a zig-zag incisi sui vasi.

L'insediamento della Cascina Remondina cominciò ad essere attivo nella fase recente dell'AEB e continuò all'inizio della media età del Bronzo (MEB, 1600-1300 a.C.). Il corso dell'Oglio definì allora per la prima volta un confine culturale che ebbe lunga durata, perciò l'area ad occidente gravitò sulla regione piemontese, mentre quella ad oriente sul Veneto e l'Emilia. La forma e lo stile decorativo dei vasi cambiarono; si diffusero la decorazione a solcature e la tazza-attingitoio, con l'ansa sopraelevata rispetto all'orlo, di forma simile ora all'ascia (ansa ad ascia), ora alle corna di animali (ansa cornuta).

Nell'età del Bronzo recente (BR, 1300-1200 a.C.) cominciò probabilmente la sua vita un altro abitato rinvenuto, grazie all'attività del GSA, in località Castellaro di Milzanello. La scelta del sito, ancora oggi in posizione leggermente elevata rispetto alla pianura circostante, sembrerebbe rispecchiare una tendenza tipica della fine della MEB e dell'inizio dell'età successiva quando, forse a causa di un peggioramento climatico, nelle scelte abitative si preferirono i luoghi più elevati e i dossi fluviali. La pianura doveva presentarsi allora come un territorio caratterizzato da una trama regolare di insediamenti di dimensioni ragguardevoli. Resta da verificare la continuità dell’abitato nell'età del Bronzo finale (1200-900 a.C. ca.). Con il 1200 a.C. in Italia settentrionale si assisté, infatti, al crollo del mondo palafitticolo-terramaricolo, contemporaneamente al periodo di crisi che investì il Mediterraneo orientale. Nella pianura a nord del Po la maggior parte degli abitati attivi durante il BR fu abbandonata, ma il territorio continuò ad essere abitato, anche se con una diversa concentrazione degli insediamenti.

 

(S.O.)

Ultima modifica: Mar, 07/07/2015 - 12:37