MANERBIO E IL SUO TERRITORIO IN ETÀ ROMANA
L'organizzazione agraria del territorio intorno all'antico vicus Minervius era racchiusa tra le maglie del più recente dei tre interventi di centuriazione che interessarono la zona in età romana: quello realizzato dopo il 27 a.C. Infatti, la quasi totalità dei rinvenimenti d'età romana proviene dalla campagna circostante l'attuale abitato; questo a riprova della situazione di fitto popolamento della zona.
I dati in nostro possesso, però, risultano ancora insufficienti per delineare un quadro particolareggiato dell'insediamento rurale, che, oltre a svilupparsi lungo la direttrice viaria Brixia-Cremona, sembra aver privilegiato anche i terrazzi sul fiume Mella. Questo stesso fiume, insieme all'Oglio, dovette rappresentare un'importante via di comunicazione per rapidi spostamenti di genti e mercanzie.
Mentre è provata l'esistenza di numerosi piccoli edifici più o meno isolati nelle campagne e costruiti con materiali prevalentemente deperibili (quali il legno e l’argilla), come quelli individuati presso campo Sturla, via Cigole e la Cascina Bargnano, molti degli appezzamenti coltivati dovevano far capo a ville rustiche organizzate come grandi fattorie, i resti dei quartieri abitativi delle quali - spesso caratterizzati da ambienti spaziosi realizzati con un’accurata tecnica edilizia - sono testimoniati dal ritrovamento, specie nel corso delle moderne arature, di numerose tessere in pietra riferibili alle pavimentazioni a mosaico. Tracce di complessi abitativi di questo tipo sono state rinvenute vicino alla Cascina Casella, in località Betturina e alle Cascine Monasterino e Colombaia Gazzoldi.
Situata in posizione intermedia sulla strada che congiungeva Brixia a Cremona, è probabile che nei pressi dell’odierna Manerbio in età romana vi fosse la sede di una stazione di sosta, utilizzata dai viaggiatori per un breve riposo ed il cambio dei cavalli, della quale tuttavia non ci è giunta finora alcuna specifica testimonianza archeologica.
(B.P.)