LA PRESENZA ETRUSCA NELLA BASSA BRESCIANA

I materiali presentati al Museo Civico sono stati recuperati durante un intervento di scavo ed alcune raccolte di superficie operate dal Gruppo Archeologico di Manerbio nei pressi delle Cascine Fornasetta e Madonna della Stalla di Leno, nei pressi di Manerbio.

 

Grazie ad una serie di confronti con materiali simili trovati in Etruria  settentrionale, In Emilia e nella Lombardia orientale, si può affermare che i reperti di Leno appartengono a due piccoli abitati di cultura etrusca, che vennero fondati in queste zone verso la fine del VI secolo a.C.

 

Le ceramiche e i resti di incannucciato, appartenente a capanne, delle Cascine Fornasetta e Madonna della Stalla rappresentano i più recenti ritrovamenti di tracce etrusche a nord del Po.

In Lombardia finora resti di insediamenti etruschi erano stati inpiduati solo in provincia di Mantova, al Forcello di Bagnolo S. Vito e a Casalmoro. 

 

Ad essi si aggiunge ora tale scoperta.

 

Questi insediamenti rientrano in un più vasto movimento di colonizzazione, che verso la fine del VI secolo a.C. investì l'Etruria settentrionale, l'Emilia occidentale e la Lombardia orientale.

La natura dei ritrovamenti permette di suggerire, per i due abitati trovati presso Leno, una vocazione agricola e di controllo sul territorio.

Le ceramiche qui rinvenute sembrano infatti indicare un economia di tipo agricolo, poco sensibile ai commerci: sono assenti beni d'importazione.

E' possibile che per alcuni anni questi centri abbiano svolto una funzione di testa di ponte verso il nord per la nascente colonizzazione etrusca, che si consoliderà definitivamente nel corso del V secolo a.C.

Nel V secolo a.C., il formarsi di un attivo circuito commerciale, che aveva come asse il Mincio e come fulcro il Forcello di Bagnolo S. Vito, determinerà la decadenza dei centri più occidentali, come la Fornasetta, Madonna della Stalla, Casalmoro, che avevano ormai esaurito la loro funzione di capisaldi per la colonizzazione.

 

I MATERIALI: LA CERAMICA IN IMPASTO DI TIPO BUCCHEROIDE.

Il carattere etrusco degli insediamenti è suggerito proprio dalle ceramiche.

E' infatti abbondante la ceramica d'impasto di tipo buccheoide, presente con forme molto diffuse, verso la fine del VI secolo a.C., in Etruria settentrionale e in Emilia.

 

Si tratta di una ceramica di colore nero, che deriva dal "bucchero", la caratteristica ceramica prodotta in Etruria a partire dal VII secolo a.C.: il vasellame veniva cotto in forni con atmosfera riducente (ossia priva di ossigeno perchè satura di fumo) e assumeva così un caratteristico colore nero lucente, che originariamente voleva imitare il brillìo del vasellame bronzeo.

Normalmente si definisce in "impasto buccheroide" una ceramica ottenuta con un simile procedimento, il cui impasto non ha subìto un perfetto processo di depurazione.

 

Verso la fine del VI secolo a.C. questa ceramica si diffonde in Etruria settentrionale, in Emilia e in Lombardia orientale. Le forme più diffuse sono le ciotole, che possono avere la vasca tronco-conica carenata oppure emisferica con l'orlo ingrossato internamente.

Molti frammenti di ciotole di questi due tipi sono esposti.

Anche il frammento di ansa (manico) presentato è in impasto di tipo buccheroide. Appartiene ad un oinochoe (brocca).

La cura dedicata alla decorazioneincisa permette di supporre che la brocca facesse parte di un servizio da tavola. Inoltre un frammento di rocchetto prova che veniva praticata la filatura.

 

I MATERIALI: LA CERAMICA D'IMPASTO.

Anche tra il vasellame d'impasto si riconoscono vari frammenti appartenenti a ceramiche con forme molto diffuse nell'ambiente estrusco della Toscana settentrionale e dell'Emilia alla fine del VI secolo a C.

Sono sopratutto ceramiche di uso domestico, come i piccoli coperchi per pentole, di forma conica con presa apicale, o le olle. Queste ultime, di solito globulari o cilindriche, servivano per conservare cibi o per cuocerli.

I grandi dolii venivano invece usati per la conservazione delle derrate agricole, specie le granaglie.

Il più caratteristico tra quelli esposti è decorato da una cordonatura orizzontale, che si allarga a formare tre false prese triangolari. E' una decorazione che si ritrova, identica, a Remedello Sotto, nel Bresciano, e in vari centri emiliani di cultura etrusca.

 

LE STRUTTURE ABITATIVE: L' "INCANNUCCIATO"

Dalla Cascina MAdonna della Stalla proviene invece una gran quantità di "incannucciato". Si tratta dell'argilla, scottata e indurita alla fiamma, con la quale veniva rivestita l'intelaiatura, formata da graticci di canne e racemi posti verticalmente, che costituiva la struttura lignea delle capanne. Molti di questi frammenti conservano ancora l'impronta lasciata dai rami che ricoprivano.

In genere in queste capanne anche il pavimento era d'argilla scottata, mentre il tetto aveva un rivestimento stramineo.

 

Riferimenti Normativi

Ultima modifica: Mar, 07/07/2015 - 10:03