L'ETÀ DEI METALLI. L'ETÀ DEL BRONZO

L'inizio dell'età del Bronzo, in Italia e nell'Europa centroccidentale, si pone intorno al 2300/2200 a.C., benché la lavorazione di questa lega sia cominciata intorno al 2000 a.C. Caratteri tipici di questo periodo in Europa furono la colonizzazione di vasti territori a scopo agricolo, il diffondersi di insediamenti di lunga durata, la pratica della metallurgia del bronzo, l'aumento degli scambi ad ampio raggio, la formazione di élites sociali.

Numerosi gruppi culturali di carattere regionale si configurarono autonomamente grazie all'uso di strumenti e oggetti tipici, alle scelte economiche, all'impiego di particolari tecnologie. Tra questi, in Italia settentrionale si affermarono le culture di Polada, palafitticolo-terramaricola, di Viverone, della Scamozzina e di Canegrate.

La scoperta delle proprietà delle leghe metalliche, con l'introduzione del bronzo, fu una delle più importanti innovazioni tecnologiche di questa età, seguita dall'uso degli stampi, che consentì la produzione di oggetti in serie, e dalla tecnica della laminatura. Gli strumenti di bronzo (asce, scalpelli, punteruoli, falcetti, martelli, ecc.) presero gradualmente il posto di quelli di selce, sostituendoli definitivamente solo all'inizio dell'età del Ferro.

Il carattere stabile dell'agricoltura presupponeva la capacità di rinnovare la fertilità degli appezzamenti coltivati, grazie alla rotazione biennale delle colture e alla concimazione naturale dei campi. L'uso dell'aratro - il più antico esemplare oggi conosciuto proviene dall'insediamento palafitticolo del Lavagnone, presso Desenzano del Garda (BS) - era integrato o preceduto, specie per i terreni più difficili da dissodare, dalla pratica del -taglia e incendia-. L'importanza dell'attività di conquista di nuovi spazi a scapito della foresta è testimoniata dalla grande diffusione dell'ascia con la lama di bronzo, lo strumento usato per disboscare e per lavorare il legno.

L'allevamento del bestiame (ovicaprini, suini e bovini) ebbe notevole importanza dal punto di vista economico, sia per la produzione della carne, sia dei prodotti secondari: numerose sono per esempio le testimonianze della lavorazione del latte (frullini, colini, ecc.) per la produzione di latticini. In molte regioni fu introdotto l'uso della stabulazione, ovvero la pratica di mantenere gli animali nella stalla, favorendo l'allevamento stanziale; inoltre si completò la diffusione del cavallo verso occidente e la sua comparsa nella pianura padana risale al XVI sec. a.C.

Gli abitati furono di dimensioni notevoli e di lunga durata. Nelle zone lacustri sorsero villaggi su palafitta; in alcune regioni si diffusero insediamenti fortificati, circondati da fossati e da un argine, come nel caso delle terramare della pianura padana.

Meno noti sono i rituali funerari; in Italia settentrionale, nella cultura di Polada, è attestato il rito dell'inumazione. A partire dalla media età del Bronzo si diffuse invece la cremazione,  che continuò anche nei periodi successivi (Bronzo Recente e Finale).

 

(S.O.)

Ultima modifica: Mar, 07/07/2015 - 12:33