IL GRUPPO STORICO ARCHEOLOGICO

Nato nel 1983 dall'iniziativa di pochi appassionati, certo estranei per studi e professione al mondo dell'archeologia, ma animati in compenso da un profondo interesse per le testimonianze della cultura materiale e dalla consapevolezza che esse sono documenti fondamentali se non unici per ricostruire la storia del territorio prima dell'età moderna, il Gruppo Storico Archeologico di Manerbio è oggi, a più di un ventennio di distanza, una realtà consolidata e vitale dell'archeologia bresciana.
La stretta collaborazione instaurata fin dagli esordi con la Soprintendenza Archeologica della Lombardia, la costante disponibilità dei funzionari a seguire la presso le attività e la quotidianità dei rapporti con il vicino Nucleo Operativo di Brescia hanno consentito al gruppo di impadronirsi rapidamente dei fondamenti teorici e pratici dei metodi di ricerca e documentazione archeologica e di sviluppare poi nel corso di numerose e diversificate esperienze capacità operative sempre più qualificate.
L'attività, inizialmente limitata a semplici recuperi e a segnalazioni di rinvenimenti sporadici, si è gradualmente organizzata e specializzata sia nella ricognizione archeologica del territorio che nell'esecuzione degli interventi di scavo, giungendo a coprire con il progressivo aumento dei membri operativi quasi tutta la pianura bresciana centrale.
Le ricerche di superficie condotte in modo sistematico sui terreni arativi e il controllo per quanto possibile capillare dei livellamenti agricoli, delle cave e di altri scavi sia in ambito rurale che nei centri abitati hanno permesso infatti di individuare e talvolta di salvaguardare un alto numero di insediamenti preistorici, romani e medioevali che altrimenti sarebbero stati tacitamente cancellati dalle distruttive trasformazioni cui è continuamente sottoposto il territorio.
Grazie alla padronanza del metodo di scavo stratigrafico è stato poi possibile approfondire l'indagine su un certo numero di siti tra cui spiccano per importanza gli insediamenti neolitici e dell'età del Bronzo nel Vallone di Offlaga e di Milzanello di Leno, la fase medievale dell'abitato di Manerbio in Piazza Bianchi, le necropoli romane e altomedievali delle Quintane di Manerbio, della Pieve di Bagnolo Mella e dei Campi San Giovanni di Leno.
Attenzione particolare è stata riservata anche alla potenzialità archeologica del fiume Oglio nel quale sono stati rinvenuti un rilevante complesso di ceramiche dell'età del Bronzo presso Alfianello e nelle vicinanze di Potevico alcune piroghe monossili medievali recuperate dal Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea del Ministero per i Beni Culturali.
L'alto numero dei rinvenimenti e la varietà dei contesti cronologici, che spaziano dall'età neolitica al XVI secolo, hanno prodotto ovviamente l'accumulo di una grande quantità di reperti, quali ceramiche, laterizi, metalli, vetri pietre e osso lavorati, che costituiscono documenti essenziali dell'economia, della tecnologia e della cultura dei gruppi umani e delle società che si sono susseguiti sul territorio.
Il problema della conservazione e dello studio dei reperti mobili è stato affrontato sollecitamente, ottenendo fin dal 1984 l'autorizzazione ministeriale al deposito e interessando gli archeologi di Soprintendenza, gli istituti universitari lombardi e altrei specialisti allo studio e alla pubblicazione dei contesti.
Da parte sua, il gruppo, con la consulenza di archeologi professionisti, ha provveduto alla creazione di un archivio sistemato dei reperti interrelato con la documentazione delle ricerche di superficie e degli scavi.
La ricchezza e la varietà del panorama archeologico della pianura centrale bresciana, emerse già dai primissimi anni dell'attività, hanno spontaneamente condotto in accordo con l'Amministrazione Comunale alla costituzione di un Museo Civico, riconosciuto dalla Regione Lombardia nel 1985, che si propone come luogo di riferimento, di informazione e di lavoro per quanti, esperti, dilettanti o culturalmente curiosi, siano interessati alla storia del territorio.
Per rispondere a questo intento l'allestimento museale viene ampiamente rivisto con cadenza annuale in modo da aggiornare il discorso espositivo con gli ultimi avanzamenti della ricerca. Di questi si dà conto anche con mostre temporanee e in occasione degli "Incontri con l'Archeologia" cicli periodici di conferenze che inquadrano la situazione locale in ambiti archeologici più vasti.
I risultati conseguiti dal gruppo in questo primo ventennio di vita, la partecipazione continuativa e qualificata all'opera di ricerca e tutela archeologica, la produttiva collaborazione con una molteplicità di soggetti dentro e fuori le istituzioni, la valorizzazione e la divulgazione delle conoscenze tramite il museo e altre iniziative, dimostrano quali potenzialità sappia esprimere il volontariato organizzato anche nel campo dei beni culturali.


Maurizio Cavaciocchi (Presidente del G.S.A.)

Ultima modifica: Gio, 08/10/2015 - 09:02