IL TERRITORIO BRESCIANO IN ETÀ LONGOBARDA

La storia dell'Alto Medioevo nei territori a nord del Po è strettamente legata alle imprese dei Longobardi. Questo popolo di stirpe germanica, proveniente dalle terre dell’attuale Scandinavia, tra il 568 ed il 572 d.C. attraversò i valichi delle Alpi orientali e conquistò dapprima l'Italia settentrionale, espugnando le città ed occupando il territorio.

Il periodo della sua dominazione fu contraddistinto dall'abbandono dell'ordinamento politico, giuridico e civile romano, dallo spostamento del centro della vita economica e sociale dalla città alla campagna e dal predominio del ceto militare.

Le numerose evidenze archeologiche di epoca altomedievale nell'area che dovette far parte del ducato di Brescia mettono in evidenza la grande importanza che la città ed il suo territorio ebbero già a partire dalla prima fase di occupazione longobarda. Di fatto questa zona costituiva una realtà autosufficiente e geograficamente favorita: la sua posizione centrale di collegamento tra pianura, paesi transalpini e aree bizantine ne faceva un passaggio obbligato - e di conseguenza un luogo di controllo strategico - lungo percorsi ad ampio raggio ed in ogni direzione.

A sud del centro urbano i rinvenimenti, riferibili prevalentemente a necropoli e piccoli gruppi di sepolture, ma anche ad insediamenti abitativi e produttivi o monastici, si dispongono soprattutto lungo i fiumi Mella e Chiese, in posizioni che garantivano il controllo delle strade di collegamento tra Cremona e Mantova, bizantine fino al 603 d.C., a Brescia.

Gli abitati di maggior rilievo documentati archeologicamente, oltre a Brescia e Sirmione, si localizzano a Leno, che ha restituito strutture edilizie lignee e tre grandi aree cimiteriali; a Manerbio, con un insediamento a edifici in legno ed una necropoli coeva; a Calvisano, con resti di un abitato fortificato e numerose necropoli nel circondario.

 

L’ABITATO DI MANERBIO

L’insediamento altomedievale portato alla luce durante gli scavi del 1986 e del 1991 in piazza Bianchi a Manerbio era costituito da edifici in legno testimoniati dal ritrovamento di numerose buche di palo di varia forma e misura. L’abitato si estendeva sul dosso alluvionale fiancheggiato dalla strada romana Brixia - Cremona in prossimità del fiume Mella. La sua datazione al pieno Alto Medioevo (seconda metà VI - VII secolo d.C.) è stata determinata dalla presenza di manufatti d’uso comune classificabili tra la ceramica longobarda decorata a stralucido, la ceramica invetriata verde, la ceramica grezza di produzione altomedievale e recipienti in pietra ollare di tipologie tipiche dello stesso periodo.

Nello stesso contesto sono state individuate anche sei sepolture di individui adulti, con orientamento est-ovest e prive di corredo. Costituite da semplici fosse di sagoma trapezoidale o antropoide, sono contemporanee all’insediamento e facevano sicuramente parte del cimitero della pieve antica, scarsi resti delle cui murature perimetrali sono stati rinvenuti nel 1985 sotto l’attuale Parrocchiale di Manerbio.

Gli scavi sono stati eseguiti dal Gruppo Storico Archeologico di Manerbio sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica della Lombardia.
                                                                                         
(B.P.)

 

Ultima modifica: Mar, 07/07/2015 - 12:44