MANERBIO NEL MEDIOEVO

I ritrovamenti effettuati nel corso degli scavi archeologici di emergenza negli anni 1985-1986 e 1990 all'interno della chiesa parrocchiale, nell'adiacente Piazza Bianchi ed in via Diaz (Casa Ferrari), se non hanno fornito dati sufficienti per ricostruire l'estensione e l'aspetto di Manerbio nel periodo medievale, hanno tuttavia consentito di inpiduare le caratteristiche di alcune fasi insediative.

 

Del nucleo abitativo altomedievale, che sorgeva su un terrazzo alluvionale fiancheggiato dalla strada romana Brixia-Cremona, nelle immediate vicinanze del fiume Mella, sono stati inpiduati un pozzo in laterizi, ricostruito nell'ingresso del Museo, e le tracce di un gruppo di edifici con struttura portante di robusti pali in legno, pavimentazioni in terra battuta e pareti presumibilmente in assi lignee o vimini intrecciati rivestiti d'argilla. Le coperture dovettero essere in paglia o laterizi. Queste tecniche costruttive si rifanno ad una tradizione edilizia che deriva dagli abitanti protostorici ed il cui uso permane nell'azienda rurale e del vicus romano, per poi riaffermarsi ed espandersi dopo la crisi tardoantica, perdurando fino al Basso Medioevo.

 

All'Alto Medioevo sono riferibili anche i resti della più antica pieve di Manerbio. Di questo edificio di culto, variabilmente rimaneggiato fino alla completa demolizione nel XVIII secolo per la costruzione della nuova parrocchiale, sono stati rinvenuti esclusivamente tratti di murature troppo ridotti per poter ricostruire con precise dimensioni e planimetria della chiesa, il cui orientamento, come è noto da una mappa del XVI secolo, era opposto all'attuale.

 

Nei primi secoli del Basso Medioevo l'abitato si espanse in direzione sud-ovest occupando una parte del più antico cimitero annesso alla pieve e spingendosi immediatamente a ridosso della chiesa. Gli edifici, tipologicamente identici a quelli dell'insediamento altomedievale, occupavano la zona corrispondente al settore occidentale della piazza attuale, allineandosi ai lati di un ampio fossato di scolo. Non è da escludere che questa disposizione ordinata delle abitazioni sia all'origine del disegno regolare di numerose particelle proprietarie di piccole dimensioni che ancora oggi è ben leggibile all'estremo occidentale del centro storico, in quella zona tradizionalmente denominata "Scià olt".

 

Dal XV secolo l'area dell'abitato medievale adiacente al fianco nord della pieve viene occupata progressivamente da edifici in muratura di laterizi, abitati dai canonici della pieve stessa e della chiesa di S. Martino. 

 

Di questo complesso, demolito in due riprese nel 1960 e nel 1991, gli scavi archeologici hanno rimesso in luce le fondazioni, le cantine, le fosse biologiche ed i pozzi, la cui costruzione aveva in buona parte esportato la stratigrafia medievale. 

Ultima modifica: Mar, 07/07/2015 - 09:57