MONUMENTI E MUSEI

Palazzo Luzzago di Bagno

Sec. XVIII - Sede Municipale

 La struttura del Palazzo è del primo Seicento e dovrebbe derivare dall'unione di due fabbricati coevi che, poi, nel Settecento sono stati uniti architettonicamente dai Luzzago con la costruzione dello scalone e le decorazioni delle sale al primo piano; intervento questo a tal punto importante che la dimora viene considerata del '700.

Spicca, in primo luogo, l'estensione della facciata, la continuità del cornicione a mensole e la serie di aperture. La parte prospiciente la piazza si apre verso il giardino in un porticato continuo a fornici arcuati, che si conclude poi nello scalone settecentesco. In particolare, la sua architettura, inserita nel vecchio palazzo, rappresenta un episodio singolare e perfetto della seconda metà del Settecento e può essere attribuito all'Abate Gaspare Turbini. Si tratta di uno scalone arioso, a due rampe con ringhiera in ferro battuto di buona fattura e con le pareti e la volta deliziosamente affrescate, probabilmente da Pietro Scalvini.

I saloni e le scale sono pure affrescati con quadrature e soggetti vari o con paesaggi immaginari, che testimoniano l'affermarsi di un gusto contemplativo della natura.

Interessanti sono pure le strutture occidentali e di sud-ovest dell'attuale complesso: la Foresteria e la Cavallerizza.

La Foresteria è un'ala di fabbricato a corpo semplice, planimetricamente divisa in setti regolari di 3 vani ciascuno separati da una scala, che porta al primo piano; si trattava in totale di tre appartamenti per gli ospiti, da cui appunto al denominazione.

Il padiglione meridionale, invece, serviva in origine per il movimento dei cavalli nei mesi invernali. La sala di questo corpo è coperta da volte unghiate, poggianti su solidi pilastri, inseriti nelle pesanti murature perimetrali, e dotata di finestre molto alte. In seguito, con il passaggio della proprietà al Comune, fu adibita a teatro sociale, oggetto di più interventi di recupero che, terminati nell'ottobre 2002, hanno attribuito una nuova e completa funzionalità operativa al Piccolo Teatro.

La Torre campanaria

 Nel 1603 la Comunità, il Clero, i Nobili e i cittadini Bresciani fabbricarono questa torre progettata dall'architetto Francesco Dattari (chiamato Pizzafuoco).

 

 

 

 

 

 

 

La Torretta Rossa

Torretta Rossa di Palazzo Ghirardi. Sec. XIX

 La Torricella Rossa, con quel suo stile che richiama l'architettura neo-gotica, fu eretta in via Diaz nel 1871 per celebrare l'Unità d'Italia e la presa di Roma.

 

 

 

Il Castelletto

Il Castelletto tardo cinquecentesco sorge nell'antica Strada Pretoria. La costruzione rappresentava probabilmente una sorta di porto di guardia nei confronti del ponte e della strada che vi arrivava.

Sul finire del sec. XV il Castelletto fu parzialmente distrutto, poi passò ai nobili Cocciano - Di Rosa che eressero nel XVI secolo il Palazzetto che possiamo tutt'ora vedere. Ai giorni nostri l'edificio è stato restaurato dalla famiglia Ziletti, l'attuale proprietaria.

Attorno al Palazzetto possiamo notare un cornicione a mensole accoppiate, il portale di marmo a rocchi bugnati, l'ingresso con la scalinata e lo stemma sovrastante.

Il portale dà accesso al salone, dove si trova il camino con le spalle a volute, a zampe di leone. Nei due piani superiori i soffitti sono travati.

Il Cimitero

 Il cimitero fu progettato dall'architetto Rodolfo Vantini e fu inaugurato nel 1817. Quello antico affiancava la Chiesa Arcipretale, nel sagrato chiamato "La piazzetta dei Morti".

 

 

 

Il Monastero delle Orsoline

Si deve a Mostiola Travaglia la fondazione del monastero, avvenuta nel 1856.

 

L'Oratorio di S. Faustino

 L'Oratorio, sorto in zona Breda nel XI secolo, sembra avesse all'origine la funzione di cappella dell'ospizio dei monaci del convento di S. Faustino. L'architettura attuale risale agli inizi del '700, ma nel XVII secolo era già stata ritoccata, probabilmente per essere fortificata. Al suo interno si può ammirare la pala che ricorda il Santo Patrono, opera di Giuseppe Tortelli.

 

 

 

 

 

La Chiesa di San Lorenzo Martire

Parrocchiale del secolo XVIII.

L'architetto Antonio Tubino da Lugano progettò questa chiesa con la collaborazione del Biadio e del Fedreghini.

L'edificio fu innalzato nel periodo compreso fra il 1715 e il 1742. La struttura è a croce latina e possiede nove altari policromi, una grande facciata di Carlo Corbellini e un'imponente scalinata di marmo.

La facciata mostra bellissime statue di Luca Calegari, che rappresentano S. Pietro, S. Paolo, gli angeli a sostegno della Croce e la statua di S. Lorenzo, con graticola sul portale centrale. Antonio Calegari, padre dello scultore, lavorò al gruppo marmoreo che decora l'altare del Rosario.

Angelo Cominelli decorò la chiesa nella seconda metà del XIX secolo.

L'interno della parrocchiale possiede anche la tela cinquecentesca del Moretto (Alessandro Bonvicini) dell'antica pieve, raffigurante S. Lorenzo e altri Santi.

Si possono ammirare anche la tela del Malossi (G.Battista Trotti) "San Francesco", quella di G.Battista Pittoni "La Pietà", ed altre di artisti minori. Sono custoditi all'interno della chiesa anche diversi oggetti Sacri come croci, reliquiari, astili, il Crocefisso di legno del 1480 e un Crocefisso e dei candelabri del Menozzi.

La Chiesa della Disciplina

 Come conseguenza di un voto fatto dalla popolazione locale per pregare la fine di un'epidemia, nel 1337 sorse un sodalizio religioso sulla terra donata da Giovanni Trinca. La costruzione fu ristrutturata nel XVII secolo e fu dotata di indulgenze di Urbano VII. La sua facciata fu modificata notevolmente agli inizi del XX secolo.

La chiesa contiene opere di artisti vari, bresciani e veneti.

Da ricordare sono anche il dipinto di Antonio Paglia raffigurante Beato Fedele da Sigmarinda, la Natività del XVI secolo e un'Annunciazione del XVII secolo.

La Chiesa di S. Rocco

La Chiesa fu eretta nel 1513 e ricostruita nel XVIII secolo. La pala del '500 conservata in questa chiesa è di Grazio Cossali.

Ultima modifica: Mar, 07/07/2015 - 09:50